Internet della gente e open source


Ultimamente sono successe una serie di fatti che, messi in fila, mi fanno perdere fiducia nell’italiano medio.

L’ultima di queste riguarda Wikipedia. Mi sono dato da fare un bel po’ per introdurre sulla pagina di wikipedia relativa alla Conservazione Sostitutiva una lista delle varie soluzioni software a supporto dell’implementazione del processo. La lista è cresciuta piano piano (c’è voluto quasi un anno) ma alla fine erano presenti 7 prodotti.

Chiunque cerchi in rete per la prima volta il termine Conservazione Sostitutiva si imbatte in wikipedia ed ha (scusate, aveva) la possibilità  di farsi un’idea delle soluzioni esistenti.

Secondo me è stato un GRAN RISULTATO!

Purtroppo però qualche giorno fa gli amministratori di Wikipedia hanno deciso di eliminare la sezione! Non contesto la scelta degli amministratori, hanno fatto BENE! Vorrei pubblicamente INSULTARE quel DEMENTE che si è messo a giocare con la lista per mettere il proprio software in cima alla lista.

Questo COATTO pretendeva che nessuno avesse nulla dire se il suo software avesse iniziato a “scalare la classifica”, senza nessun rispetto per il lavoro degli altri. Dopo il secondo tentativo con il relativo annullamento gli amministratori hanno deciso di tagliare la testa al toro ed eliminare la sezione. La perdita è, secondo me, per tutti, non solo per i 7 produttori che erano in lista.

BRAVO! Faccio i più sinceri complimenti a questo italiano medio (P.S. se volete sapere chi è il colpevole dovete visitare la cronologia della pagina su wikipedia).

L’altro fatto che mi lascia amareggiato riguarda l’atteggiamento che molte aziende hanno rispetto la licenza sotto cui viene rilasciato SineKarta, ovvero la licenza open source GPL.

Lo so che non dovrei toccare questo argomento, quando abbiamo scelto la strategia sapevamo benissimo a cosa saremmo andati in contro. Sapevamo benissimo che per molte persone open source significa semplicemente GRATIS ed eravamo preparati ad affrontare questo atteggiamento.

Quello che non mi aspettavo (e parlo solo per me, me lo avevano detto ma non ci volevo credere) è che questa convinzione fosse spesso radicata anche nella mentalità  dei produttori di software.

Ho già  spiegato la strategia di SineKarta, se volete potete rileggervi questo articolo. Il punto è che entrambe le questioni (wikipedia e open source) sono, a mio parere, legate. Il mondo sta cambiando ed internet è il motore di questo cambiamento.

Il cambiamento è guidato dalle comunità  di utenti come wikipedia ed i vari social network. E’ inutile opporsi ed è inutile tentare di fare i furbi, la gente prima o poi se ne accorge e sistema le cose; ha il potere di farlo!

Ma internet è anche fatto di informatica e gli informatici sono i maggiori promotori di internet. L’open source è lo strumento che gli informatici hanno raffinato per permettere alla gente di contribuire alla realizzazione dei prodotti software.

Se siete dei produttori di software e non capite la filosofia di internet e dell’open source fateci un favore, non contattateci! Noi ci limiteremo a stare seduti sul bordo del fosso a guardare la spazzatura trasportata dalla corrente.

Quasi dimenticavo!!! Ho spostato la nuova matrice delle soluzioni software a supporto della Conservazione Sostitutiva su una pagina del wiki di SineKarta, ecco il link : https://sourceforge.net/apps/trac/sinekarta/wiki/ElencoSoluzioni. Spero sia ancora utile come lo era quando era ospitata su wikipedia.

Ecco i dettagli dell’Edizione Enterprise di sinekarta


Dura ricominciare dopo la pausa Natalizia, vero?

Per rendere più digeribile il rientro quest’oggi non affronteremo uno di quei temi pesanti che riguardano la normativa o la tecnologia.

Parleremo invece della neonata strategia commerciale legata a sinekarta che, come ci eravamo ripromessi, è stata resa pubblica alla fine dell’anno passato.

Non è facile riuscire a trarre profitto dall’open source, ma se gli altri ci riescono perchè noi non dovremmo?

Ovviamente anche in questo caso non ci siamo inventati l’acqua calda (questa è una caratteristica che ci contraddistingue) ed abbiamo seguito le orme di Alfresco.

Alfrsco è il DMS sul quale è basato sinekarta, è opensource ed ha una chiara strategia commerciale.

Sulla stessa via sono nate due distinte edizioni di sinekarta : la Community e la Enterprise.

Se non avete chiara la differenza tra versione ed edizione vi consiglio di leggere questo mio articolo.

Entrambe le edizioni si basano sullo stesso software, quello che cambia sono i servizi che vengono forniti.

Se decidete di adottare l’edizione Community (quella scaricabile dal sito di progetto) non avete diritto a nulla di più del software e del materiale che si trova in rete.

L’edizione Community è gratuita e perfettamente funzionante.

Se decidete invece di sottoscrivere l’edizione Enterprise (stiamo parlando di un abbonamento a canone annuo) avete diritto a dei servizi, forniti da Jenia Software, legati a sinekarta.

Quali sono questi servizi? Non mi voglio dilungare in questo articolo sui dettagli, se siete curiosi li potete trovare sul sito dedicato.

I servizi legati alla Conservazione Sostitutiva sono tantissimi, Jenia Software ha la possibilità di offrirne parecchi.

Il modello open source si sposa molto con la Conservazione Sostitutiva perchè, come ho detto molte vole, il software è solo la parte più piccola del problema.

Fatevi un giro sul sito che descrive l’Edizione Enterprise di sinekarta, accettiamo commenti e/o critiche (ma solo quelle costruttive) più che volentieri!!!

Ecco i fatti oltre alle parole


Abbiamo parlato per mesi di conservazione sostitutiva, analizzandone i problemi dalle più diverse prospettive.

Da tutto questo parlare è nato il software sinekarta che tutti voi conoscete, almeno a parole.

Ecco il primo video tutorial relativo a sinekarta.

Buona visione!

Sinekarta : dove siamo e dove stiamo andando.


Da pochi giorni è stata pubblicata la prima versione ufficiale di sinekarta, è doveroso fare un punto della situazione riguardo il progetto.

Prima di tutto è utile sottolineare quello che è un punto cardine del progetto : sinekarta è e rimarrà sempre open source.

Sono convinto che molti hanno aspettato fin ora per capire se l’etichetta open source fosse soltanto una trovata pubblicitaria oppure fosse una realtà. Molti progetti open source, soprattutto italiani, si fregiano di questa medaglia soltanto per motivi commerciali, in realtà di open source hanno veramente poco. Il progetto sinekarta rimane fedele a questo ideale, nel bene e nel male.

Ok, sono diventato troppo mieloso, me ne rendo conto, non scapate, ora parliamo di cose un po’ più pratiche.

Come ho già detto in un recente articolo, le patate open source non esistono anche i collaboratori di Jenia software devono, alla fine del mese, portare a casa uno stipendio. Anche per risolvere questo problema abbiamo deciso di seguire la regola che è stata per tutto il progetto un faro illuminante : Non inventiamoci l’acqua calda!

Come possiamo guadagnare da sinekarta tenuto conto che il software è opensource e non può essere venduto? Per fortuna non siamo i primi a fare progetti utilizzando questo modello di business, è bastato guardare oltre il nostro naso e capire come fanno gli altri. Stiamo preparando un pacchetto di servizi (con diversi livelli di complessità) legati a sinekarta che saranno venduti in abbonamento; esattamente come viene fatto da tutti agli altri produttori come, ad esempio, Oracle, Red Hat, Suse, Ibm e Alfresco (la citazione era d’obbligo).

Di sinekarta ne esisteranno quindi due distinte edizioni : l’edizione Community (quella già disponibile ora) e l’edizione Enterprise.

Ma ATTENZIONE! non stiamo parlando di software diversi!

Il software è sempre lo stesso, ma il primo è fornito così com’è, il secondo è garantito, assistito, documentato, supportato, etc…

L’edizione Enterprise è in fase di studio appena saremo in grado di formalizzare l’offerta commerciale (entro la fine dell’anno) pubblicheremo tutto il materiale.

Quelli di voi che non possono (o non vogliono) aspettare possono contattare direttamente Jenia Software.

Ora che abbiamo parlato degli aspetti commerciali legati all’edizione Enterprise vediamo di capire in che direzione evolverà il software. Abbiamo già dichiarato che il prossimo grande obiettivo da colpire è la fatturazione elettronica. Contiamo di realizzare la conservazione sostitutitva delle fatture elettroniche entro la metà del 2011. Subito dopo ci occuperemo degli aspetti legati alle grandi aziende ed alle Pubbliche Amministrazioni : implementeremo la protocollazione; è plausibile che questo obiettivo venga colpito verso la metà del 2012.

E nel frattempo?

Oltre a questi obiettivi a lungo termine (non stupitevi, nell’informatica 2 anni sono veramente moooolto tempo) abbiamo definito degli obiettivi più “vicini”. Entro il 20 Dicembre verrà pubblicato un installer di sinekarta. L’attuale versione di sinekarta è decisamente complessa da installare! Abbiamo deciso di predisporre un software in grado di autoconfigurarsi su un’installazione esistente di Alfresco. Subito dopo, entro la fine di Gennaio 2011, prepareremo un’altro interessante (ma emplice) strumento : una funzione per effettuare la firma di gitale di un generico documento PDF.
Si, ci cospargiamo il capo di cenere e ammettiamo la svista: eravamo così concentrati ad implementare la conservazione sostitutiva che una funzione così “facile” come la generica firma di un documento PDF ci è scappata.

Prima di chiudere, un ringraziamento particolare agli amici di Reiser che, se pur da lontanto (geograficamente intendo), ci hanno seguito fin qui dandoci spesso preziosi consigli e supporto.

Alfresco : Community vs Enterprise


Sulla scia dell’articolo della scorsa settimana vorrei fare chiarezza tra le due diverse versioni di Alfresco.

Alfresco, come sinekarta, è rilasciato con licenza GPL. Questo significa che Alfresco non è un software che possa essere venduto.

Ma sono giunto alle conclusioni troppo in fretta, partiamo dall’inizio.

C’è qualcuno che continua diffondere la voce che la versione Enterprise di Alfresco sia un prodotto diverso rispetto alla versione Community. Visti i ragionamenti dello scorso articolo e vista la licenza di Alfresco (come ho detto è la GPL), ho voluto verificare questa affermazione.

Prima importante nozione : la differenza tra Enterprise e Community non è nella versione ma nell’edizione.

La versione di Alfresco è il “numerino” che viene indicato in un particolare rilascio di software, serve per identificare quale release di software si sta utilizzando. Alfresco (come tanti altri produttori di software e non solo) introduce il concetto di edizione.

Di alfresco esistono due diverse edizioni, quella community e quella enterprise.

L’edizione community è minimalista, all’utente non viene fornito nulla più di quello che si trova in rete, senza garanzie, supporto, manutenzione…

L’edizione enterprise, invece, viene venduta perchè si porta dietro un sacco di servizi (se ti interessa sapere quali leggi qui). Di fatto l’edizione enterprise NON è un software diverso, è un abbonamento ad un pacchetto di servizi forniti da Alfresco e legati al prodotto open source.

Esattamente come per i quotidiani : ne esiste una versione a pagamento (si compera in edicola) e ne esiste una versione gratuita (si consulta un sito web).

La differenza tra le due? La fa il cliente! Il cliente affezionato alla carta spende 1 euro per avere la soddisfazione di sfogliare; il cliente interessato alla notizia
apre il browser e si cerca ciò che gli interessa.

Da diverse esigenze derivano diversi modelli di business.

Riportiamo il ragionamento su Alfresco :

l’utente che ha in mente solo il risparmio economico sceglierà la versione Community e si legherà ad un fornitore qualsiasi, magari il più economico;

l’utente che ha in mente la qualità del servizio e la garanzia di un risultato, sceglierà il pacchetto di servizi migliore : quello di Alfresco.

In mezzo a questi due estremi, ovviamente, esistono tutte le sfumature che siete in grado di immaginare.

Per chiudere l’articolo : se ne capite un po’ di come si gestiscono i progetti software e volete capire meglio la modalità di gestione del codice di Alfresco potete leggervi questa pagina del sito ufficiale.

Un’ultima cosa… Per giungere a queste conclusioni io che sono pigro (e faccio Tommaso di secondo nome) ho percorso la strada inversa. Mi sono scaricato dal sito di Alfresco la trial dell’edizione Enterprise (3.3.3) di Alfresco e l’ho confrontata (file per file) con quella Community (3.3g). La differenza, in termini di files rilasciati, è veramente minima! Probabilmente impercettibile per l’utente finale.